31 October 2006

31.10 Fuori dal ghetto

Oggi siamo andati alla scoperta di Kathmandu... per la prima volta da quando siamo qui siamo riusciti ad uscire fuori dal quartiere super turistico di Thamel, Voi vi direte.. come mai solo ora? ebbene.. la verita' e' che dopo la Cina eravamo talmente travolti dagli eventi che la sola idea di metterci di nuovo a lottare nella folla cittadina ci spaventava, i musi duri dei cinesi e gli sguardi vittimistici dei Tibetani ci avevano scavato a tal punto che avevamo costruito una specie di barriera.. ci eravamo rintanati in Thamel, nei suio ristoranti occidentali, nei suoi alberghi profumati.. nel suo labirinto di souvenir.. ovviamente questa barriera e' stata allo stesso tempo una vergogna.. che senso ha stare in un paese se non hai voglia di scoprirlo?? Vabbe' che ci interessano soprattutto le montagne qui... ma non si puo mica far finta che tutto il resto non esista... sicche' coraggio alla mano abbiamo oggi fatto il grande salto... e..
Che sorpresa!
Ci accoglie una citta' vivacissima e sorridente, colorata, brulicante di gente affaccendata (e non) a 1000 diversi mestieri.. Come in tutte le citta dell'asia (eccetto Pokhara che sembra una stazione balneare) al mattino presto le strade sono gia' piene di gente, la cosa curiosa e' che i negozi e i mercati aprono solo dopo le 10.. persino le poste prima delle 1030 non vogliono saperne di lettere e francobolli.. ma allora..dove andranno tutte queste persone alle 8 di mattino tanto di corsa? Ancora da scoprire.. molti al tempio..molti altri a svegliarsi in compagnia, l'amosfera infatti anche se caotica e' abbastanza rilassata (se potete immaginare la coesistenza di queste due sensazioni). La cosa che piu colpisce di Kathmandu e' che sono tutti sorridenti, bambini e adulti, perfino i mendicanti... come dice Roger "qui anche le persone serie e un po accipigliate sembrano pronte a sorriderti da un momento all'altro.." questa cosa da sola allunga il respiro in un modo incredibile... se solo in europa si sorridesse un decimo di quello che si sorride qui... non ci sarebbe bisogno di apparecchiare tanto le citta per renderle sopportabili...
Un altra cosa che stupisce del Nepal e' il grande rispetto che hanno i nepalesi per tuti gli esseri viventi, e la grande considerazione con cui questi vengono tenuti, iniziamo col dire che il cielo di Kathmandu, pur essendo questa una vera metropoli, e' abitato da centinaia di aquile... !! le vedi girare da sole o in gruppo, giocare con i corvi o volare in formazione intorno a chissa quale preda... in piu per strada si vedono davvero tanti animali... ma tanti! Cani, gatti, topi, vacche, bufali, capre, polli, scimmie...ce n'e' per tutti i gusti! Gli animali sono abitanti della citta.. al pari che gli uomini!
il traffico e' davvero incomprensibile, apparte il senso di marcia che e' inverso rispetto al nostro, apparte gli animali che hanno difficolta a imparare il codice straale, ma gli stessi tibetani hanno invertito il concetto di diritto del pedone e dovere del conducente, qui i pedoni, anche se fermi devono cambiare la loro posizione quando un qualsiasi mezzo di locomozione si avvicina... cosi non si e' mai tranquilli camminando, non si e' mai al posto giusto.. e considertando che la meta delle volte che ti suonano e' per farti spostare ma l'altra meta' e' solo per proporti un taxi... direi che uno anche solo un po stressato camminando a Kathmandu puo diventare facilmente un serial killer..
Insomma un gran casino a Kathmandu, anche perche c'e' davvero tanta, ma tanta gente che non si dedica a fare nulla, tranne che a stare in mezzo a tutto... mediamente per una persona che lavora ce ne sono 4 che guardano... eh eh eh.. che pacchia!
Mi fq pensare in un certo senso a quello che succedeva nelle case dell'italia ddi 50 anni fa... e che tante volta ancora succede nel nostro meridione: il capofamiglia lavora la moglie cucina e lava la casa e una serie di nonni inservibili, sorelle zitelle, nipoti illegittimi orbita intorno all'uomo produttivo della situazione... senza chiedere nulla, senza esigere nessuna vce in capitolo (ovviamente) ma anche senza stressarsi troppo per cio che sara'.. qui a Kathmandu e' vero che rispetto a noi vivono nella miseria.. ma nessuno si sveglia alle 6 del mattino per entrare in metropolitana alle 7 e poggiare le chiappe in ufficio... per strada le donne delle botteghe chiacchierano, si pettinano a vicenda, ti fanno mille domande ... si chiamano e si raccontano cose, se possono ti accompagnano ovunque tu debba andare..
Un altro ritmo, un altro mondo!
Come al solito ci chiediamo.. ma siamo piu felici noi o loro? Non lo sapremo mai.. forse noi siamo felici a nostro modo e loro al loro.. mia nonna dice sempre "chi e' nato tondo non puo morire quadrato".. ed e' vero.. noi siamo nati in un altro mondo,con altre regole, altri ritmi.. inutile ingannarsi, io non potrei essere felice vivendo in 12 persone in 20 metri quadri anche se sapessi che non devo lavorare ad orari fissi mai piu nella mia vita.. o meglio.. probabilmente potrei, ma non mi interessa... e allora l'unica cosa che posso fare e' tornare ai nostri 80 metri quadri a persona, alle nostre lenzuola bianche messe in lavatrice ogni settimana, alla metro al mattino (meglio se alle 9) e magari provare a valorizzare questi sorrisi tanto belli e tanto grandi che son capaci di fare da queste parti... questi sorrisi tanto rilassati...magari proprio quando trilla la sveglia alle 7 !!!
baci baci
lau

ps: se andate sul messaggio di Roger troverete una foto della Laura in versione super frikkettona! Ho perfino comprato un paio di pantaloni arancioni a righe.. per tanti anni sognati ma a causa dei pasciuti prosciutti che scendevano giu dalla vita mai azardati... Adesso, dopo 5 mesi di asia potrei mettere con nochalance anche un pantacollant verde pisello a bolle blu! (meglio non provare!)
State bene, e ridete!!


In Nepal, per facilitare le cose, hanno inventato marionette multifaccia, ci ne sono da due, tre o quattro faccie, cosi si risparmia in marionette, tanto non deve essere un problema per questi acrobati dirigere otto bracia.

31.10 Kathmandu altre cop

Tornem a ser a Kathmandu.
Aquesta vegada mes relaxats i menys ansiosos per fer coses que la primera. Ens hem deixat portar pels carrers carregats de gent, olors i pudors.
Visitat places, paradetes al carrer plenes de flors, temples, mercats i botigues, menjat a tots els restaurants italians recuperant pes i fitness. Moltes hores passades en les multiples llibreries i negocis de muntanya. Impressionant la quantitat de llibreries que hi ha en aquesta ciutat. Llibreries d'un, dos i tres pisos amb prestatgeries carregadissimes de llibres sovint poc ordenats, pero on ho pots trobar tot, sobretot en angles, pero tambe alguna cosa en llengues llatines. M'acabo de comprar "Homage to Catalonia" del George Orwell... i me l'haure' de llegir en versio' original !
I llibres de muntanya: d'aquests de gran format, amb paper satinat i fotos al.lucinants per preus a 1/3 de l'europeu. Properament farem un bon paquet de llibres i robes diverses cap a casa :)

I ara, el dia 2, cap a Lukla, petit poble del Solokhumbu, la terra dels sherpes, on iniciarem un trekk per la zona de l'Everest durant uns 20 dies. Esperem tenir bon temps i gaudir relaxadament d'un dels trekks aparentemnet mes bonics de la terra, i si ens trobem prou forts, farem un intent a l'Island Peak !

Una abracada i fins a la propera possibilitat de conectar-nos.
La Laura, guapissima, passant absolutament desaparcebuda pels carrers de Kathmandu:
Rossa, ulls blaus, discretament vestida, movent les mans com nomes els nascuts als apenins saben fer mentre parlen.
Els mateixos nepalis de Kathmandu li fan preguntes en la llengua local, ningu la para pel carrer pensant que es guiri. A mi, no paren d'oferir-me balsam de tigre, elefants de fusta, hachis, marihuana o serveis de trekking, perque se'm nota que soc de fora.
Pero ella, ja ho veieu: una nepalesa mes :)

27 October 2006

27.10 Siamo arrivati !


Ciao a tutti e bentrovati dopo questa lunghissima pausa!
oggi ho scoperto che e' da piu di un mese che non scrivo.. ehm.. che dire.. sono successe un sacco di cose (come al solito) la maggior parte dentro la mia testa, e ogni volta che ho pensato di connettermi e raccontarvele mi sono spaventata per il casino che ne sarebbe potuto saltar fuori.. si sa che i gemelli sono contraddittori e incostanti nei pensieri (per non parlare degli atti poi!).. e allora eccoci qui, finalmente un momento pseudo tranquillo per dire qualcosa di cui non pentirsi per almeno le prossime 24 ore!
Siamo in Nepal, siamo entrati il 2 di ottobre, attraversando a piedi e direi con gran orgoglio e soddisfazione il ponte che divide il paese dal Tibet, lasciare la Cina e' stato un autentico sollievo, anche se non mi piace andare via da un paese con un nodo irrisolto.. e subito il Nepal ci e' apparso sorridente, colorato, leggero! A dir la verita' il cambiamento e' davvero incredibile e totale: innanzitutto il paesaggio dai piatti altipiani arsi e gialli si passa a profondissime valli verdeggianti di una giungla intricatissima, e fiumi rumorosi e forti, le strade sono in terra, per tutto cio che riguarda le infrastrutture si fa un salto indietro di almeno 50 anni, le persone hanno tratti molto piu vicini all'india e anche il modo di vestire lo ricorda, le donne sono avvolte in lunghi veli dei colori piu vivi e diversi, truccate e piene d'oro. Per strada circolano una quantita' notevole di animali, tra cui le vacche.. che sono sacre e quindi tutti gli vogliono bene e gli danno da mangiare (se investi una vacca anche se era sdraiata per strada a prendere il sole dopo una curva a gomito vai in prigione!!!Se la vacca poi muore sei davvero nella merda!) L'organizzazione urbanistica torna ad essere caotica.. le case non sono piu case ma spesso baracche, la miseria e' molto piu grande ma comunque si tratta di quel caos del tipo "siamo un paese povero senza elettricita ne acqua ma la natura e' comunque cosi' generosa qui che siamo felici e facciamo un gran casino!" Non saprei spiegarlo diversamente.. o meglio, mi ci vorrebbe del tempo.. comunque poveri poveri ma molto piu puliti, laboriosi, sorridenti, intraprendenti, disponibili ed elastici! Evviva il Nepal!
Mucche appisolate nella stazione degli autobus.
Arrivati a Kathmandu sprofondiamo in un nuovo letargo, l'ultima settimana in Tibet e' stata durissima e i nostri corpi chiedono a gran voce e con diversi simboli riposo!!! La decisione e' presa : riposo sia! Ma siamo finalmente in Nepal, la nostra Mecca, l'obiettivo iniziale del nostro viaggio, circondati da tutta la catena dell'hymalaya... come possiamo davvero riposare? Un'ansia di attivita ci assale.. cosi viviamo la nostra prima settimana in Nepal tra un pisolino e un'agenzia di trekking, una pizza (finalmente davvero italiana) e una libreria specializzata in mappe... Siamo un disastro!
Dopo una settimana la decisione e' presa: si va verso l'annapurna! Ci serviamo di una guida e due portatori scelti da un'agenzia davvero brava, gestita da un nepalese che sta frequentando i corsi in francia a Chamonix! Abbiamo dovuto ricorrere a un'agenzia perche abbiamo deciso di fare qualcosa di piu di un trekking, vogliamo provare a conquistare la nostra piccola montagnetta! E' un mese e passa che rincorriamo montagne .. ed e' da maggio che aspetto di riscuotere il regalo di compleanno che ho chiesto a Roger di farmi.. che e' appunto una montaga (meglio di un paio di orecchini no??!!!) e siamo gia stati al campo base dell'Everest e del Shisha Pangma.. passare adesso due settimane girando intorno ancora una volta a un 8000 ci sembra poco sensato.. vogliamo la nostra piccola avventura! Scegliamo dietro consiglio del nostro appassionato montanaro nepalese il Tharpu Chuli, lui la chiama la baby peak perche' si trova in un area speciale, una valle molto chiusa, ed e' circondato da imponenti montagne, come un bambino nella pancia della mamma! Questa visione ci conquista.. si parte!
Il 10 ottobre calziamo gli scarponi, in tre giorni e mezzo siamo al campo base dell'annapurna, il trekking in se e' un po un disastro, innanzitutto i nostri corpi sono fermi (anche se sembra strano dirlo) da 5 mesi.. le gambe mi chiedono costantemente chi mi credo di essere.. il tempo e' pessimo, non si riesce a vedere un angolo di cielo azzurro nemmeno a pagarlo, di montagne innevate nemmeno l'ombra... si tratta di un vero atto di fede! e poi.. l'incubo del nepal... le scale! Il trekking parte da un'altezza di 1100 , il campo base dell'annapurna si trova a 4130.. il tutto attraverso una serie infinita e interminabile di scale e scalette intagliate nella pietra che si insinuano in una profondissima valle salendo e scendendo, accumulando piu di 4000 metri di dislivello... passiamo quindi 3 giorni e mezzo salendo e scendendo scale, in una valle umida e quasi sempre in ombra (tanto il sole non c'era comunque) e sali sali sali e quando pensi che sei quasi arrivato.. sorpresa! devi scendere tutto quello che hai faticosamente salito, attraversare un fiume e poi salirlo di nuovo.. e sali e scendi e sali e scendi.... tre giorni! A tutto cio, come ciliegina sulla torta ci mettiamo che la nostra guida era piu forte di un leone (a 32 anni ha scalato l'everest solo 4 volte) e Roger aveva una fame di cima che sembrava che non facesse montagna da 10 anni... risultato?? Mi sono massacrata per stare appresso a questi due pazzi furiosi in questo labirinto interminabile di scale... Ma va bene!
Arrivati al campo base l'emozione e' grande! Siamo davvero nell'ombelico del mondo! Circondati di fortezze ghiacciate, di una bellezza da lasciare senza fiato. Ogni montagna con il suo carattere, ognuna un fascino diverso, tutte gigantesche e intoccabili! Passerei ore a sognare e osservare le rughe innevate e i blocchi di ghiaccio sospesi nell'aria, sembra tutto cosi' fisso da milioni di anni.. e poi se ci penso mi ricordo che e' solo acqua!!!
L'indomani partiamo per il nostro baby peak,l'idea e' quella di fare un campo avanzato intorno a 5000 metri e il giorno dopo provare ad andar su, mi sento felice e rilassata, percepisco che il mio modo di fare montagna e' molto diverso da quello di molti (veri?) montanari, che pensano soprattutto ad arrivare.. mi piace godere di ogni passo, e non sono mai nervosa... Roger e' diverso.. sara' perche' e' maschio?? Comunque ci avviamo di gran carriera , attraversando il ghiacciaio che scende dalla versante sud dell'annapurna, per me e' il secondo ghiacciaio nella vita.. e il primo 'avevo fatto con le scarpe da tennis in china.. sara' anche uguale a una pietraia (in realta infatti era una lunga morena) ma.. insomma io sono una romantica.. e poi non si tratta esattamente di camminare su un prato erboso, dopo il ghiacciaio viene un simpatico canalone di quelli che li vedi e ti sembrano belli e artistici e non ti sfiora nemmeno il problema del se si puo salirli o no.. facciamo anche il canalone.. ma quando arriviamo su all'altezza del campo le mie gambe mi mandano all'unisono e unanimamente a fanculo ops...sara' stata la mancanza di allenamento, o la grande corsa degli ultimi tre giorni, o il ghiacciaio di primo mattino, senza nemmeno un caffe e un paio di tarallucci del mulino bianco.. fatto sta che il giorno dopo mentre Roger e il Leone delle nevi nepalesi fanno cina io rimango al campo base a massaggiarmi i quadricipiti, riflettere sul perche mi sono scelta un fidanzato montanaro e studiando una nuova idea per il mio regalo di compleanno visto che questo decisamente Non vale!!!!
Mi incazzo un po, poi mi scazzo, poi cerco di capire, poi mi incazzo ancora di piu..poi mi sfogo e insulto la mia dolce meta' ..orgoglio in lotta contro l'umilta' con gli ideali come spada... Non so cos'altro in lotta con che.. giuro a me stessa che non andro' mai piu in montagna con Roger e io stessa non ci credo nemmeno 5 minuti.. Difficile spiegare quanto si possa arrivare a comprendere le differenze reciproche in un ambiente cosi minimale come la montagna.. Capire nel senso di identificarle, vederle, trovarsele spiattellate in faccia... non comprenderle!
Ma l'esperienza e' bellissima! Essere tanto vicino alle montagne mi fa bene al cuore e anche al colorito! Vivere insieme a tre nepalesi questa breve avventura mi fa capire molto di piu come sono! Muovere le gambe mi fa venir voglia di muoverle ancor di piu e finalmente dopo 4 mesi e mezzo di viaggio sento che posso tornare a casa mia!
Hai detto niente!
Il ritorno (del trekking) ce lo facciamo piano piano, fermandoci a giocare con le caprette, spendendo un'intera mattinata a mollo in delle fantastiche piscine naturali di sorgenti calde, osservando le foglie e gli alberi, finalmente con il cielo blu e le montagne che ci lasciamo alle spalle splendenti nel cielo a chiudere la valle. Tanto eravamo andati di corsa all'andata, tanto ce la godiamo al ritorno.
Imparo qualcosa che gia' avevo intuito.. : la montagna, come il mare e il resto della natura, per me, la si deve vivere con gli occhi di bambino, ammirati e rispettuosi, gli occhi di chi gioca e si diverte ad ogni momento, e non come corsa e sfida... sfidare la natura e' qualcosa che non mi interessa assolutamente, anzi mi disturba. Sfidare i miei limiti mi sembra assolutamente cretino, visto che so benissimo che sono io che impongo i miei limiti. Non so se funzionera' ,a me piace andare in montagna, ma voglio continuare a farlo come l'ho sempre fatto.. accarezzandola e assaggiando il sapore delle pietre.
Detto questo (se non siete ancora addormentati significa che mi volete proprio del bene!) siamo arrivati a Pokhara... tranquilla cittadina sulle sponde di un simpatico lago, solo barchette a remi per attraversarlo, verdi colline intorno, 6 o 7 montagnotte di quelle toste come sfondo, 25 gradi all'ombra, una strada principale su cui si alternano una libreria, un negozio di materiale di montagna, un ristorante con terrazza sul lago... il paese dei balocchi! Ci compriamo un libro e passiamo tre giorni dei piu rilassanti del viaggio.. era dalle spiagge di Koh Tao che non mi sentivo cosi' assolutamente in relax! Nel frattempo c'e' una importante festa popolare e tutta la citta' e' in strada che balla e canta..(anche i maoisti fanno i loro sermoni) .. noi si prende il sole, si va in barca, si fa colazione davanti al Dhaulagiri e si decide che si fa quando si rientra in europa!
Ed eccoci qui, ieri siamo rientrati su Kathmandu, sembra quasi di esser tornati a casa, tanto questo posto ci ha accolti con calore! Nella testa le cose vanno davvero tutte al loro posto.. d'altronde fin dall'inizio questa era la nostra meta.. e' giusto che funzioni cosi! All'inizio pensavamo che dopo il nepal saremmo entrati in India, o avremmo provato a rientrare in europa via terra con la transiberiana.. nell'aria c'era ancora sete di avventura, ma da quando siamo arrivati abbiamo capito che questa era la ultima tappa del nostro viaggio, di fatti siamo arrivati! E' da quando siamo qui che chiaramente il pensiero va verso il come vogliamo costruire le nostre vite.. e senza ansia! ci siamo finalmente rilassati! (forse che dovevamo venire direttamente senza passare per mezza asia??) I progetti sono quindi godere della miglior stagione dell'anno in Nepal, vedere valli e boschi e montagne fino allo stordimento, visitare la zona est del paese, il Makalu, il trekking del campo base dell'everest, forse anche il nord di Kathmandu (Lantang per gli appassionati dell'atlante) camminare faccia al sole!
Poi si rientra, e inizia una nuova avventura!
Se siete arrivati fin qui siete davero bravi!
Non vi prometto che non scrivero' mai piu un messaggio cosi' lungo perche' mi sa che mi potrebbe ricapitare...
Un abbraccio fortissimo a tutti!
State forti!
laura

ps: Chi l'ha detto che il monsone e' finito ?

26.10 Pokhara... mmmm...

Aquesta es la segona ciutat del Nepal. Quan vam anar cap a la zona de l'Annapurna, tot el que ens en van dir era: hi fa calor, humitat, hi ha mosquits i no val massa la pena. Per tant, vam passar-la de llarg.
Al tornar de la muntanya ens hi vam parar per questions de transports i ens vam allotjar ben aprop del llac.
Ens ha encantat.
Es el lloc ideal per reposar, llegir, recuperar pes, prendre el sol, remar al llac, passejar, comprar, ...
Els voltants del llac son molt verds. Llogar una barca amb 2 rems i passejar, es una delicia.
Aguiles petites volen suaument per tot arreu reposant-se sobre arbres o pals de llum. Des de molts punts de la ciutat es poden veure despuntar agressivament per sobre de turons verds, muntanyes de mes de 7000 metres, amb un color blanc enlluernador (a la dreta de l'aguila, el Dhaulagiri de 8.167mts).
Els esmorzars a tocar del llac tot just quan la ciutat comenca a despertar-se (cap a les 9... aqui la gent viu relaxada) son com els de les pelicules dels rics de Hollowood. Ningu t'atabala pel carrer oferint taxis, bufandes o trekkings com passa a Kathmandu. I tot i no ser Noruega, encara esta prou net.
Vaja, que es un lloc collonut per fer unes vacances !
Ah, i els preus, res a veure amb Noruega:
Hotel, habitacio doble amb bany: 7 euros
Esmorzar complet: 3 euros x cap.
Sopar, entrants, plat i beures: 6 euros x cap.
Taxi, per fer 20 Km: 4 euros.

Ens sap greu, pero finalment tornem a Kathmandu despres de 4 dies a Pokhara.

23 October 2006

23.10 Tharpu Chuli (Tent Peak)

Aquest es el cim que vam pujar el dia 16 d'octubre.
Queda ben be al mig d'un circ de muntanyes espectaculars: Hiun Chuli, Annapurna Sud, Annapurna I, Roc Noir, Gangapurna, Annapurna III i Machapuchare.
Des del cim, a 5.695mts, tots els gegants que ens envolten ens fan sentir sempre mes petits.
Cresta somital.
Des del cim l'espectacle es impressionant. Darrera meu la imponent paret Sud de l'Annapurna I (8.091mts)
L'aresta
final
del cim es fina, fina,... i mooolt aerea.
En Dorjee Lama (guia Sherpa) baixant l'aresta del cim.

Ah! I aquesta es una cabreta simpatiquissima que ens va fer companyia en el cami de tornada cap a Pokhara.

22 October 2006

22.10 Annapurna Base Camp. Fotos.


Machapuchare (6.997 mts).
Muntanya sagrada mai escalada oficialment.
El Govern Nepali no concedeix cap permis d'ascencio' des del 1957, quan ho va intentar per primera i unica vegada, una expedicio' anglesa que es va quedar a 200mts del cim.




Cara Sud de l'Annapurna I (8.091mts).
Son 4 les vies obertes en aquesta abobinable paret de 3.000 mts. La primera, per l'esquerra, la via anglesa (1970). El 1981 es van obrir, sempre en estil pesat (cordes fixes i camps d'altura), les vies Japonesa i Polaca. I girebe' pel mig de la paret, just a la dreta de la Polaca, oberta el 1984, la via Catalana, coneguda arreu amb aquest nom. En estil alpi i en 5 dies l'Enric Lucas i el Nil Boigues van dur a terme la que segurament es la proesa alpina mes destacada del nostre alpinisme i sens dubte una de les mes agosarades de la historia del Himalaisme.

Vessant Est del Modi Peak (o Annapurna Sud) de 7.221mts. vist des del Camp Base.
El que tapa la part central de la paret soc jo :)

Camp d'alcada que vam muntar a 4.700mts. per la nostra modesta ascencio' al Tharapu Chli (o Tent Peak) de 5.700 mts.

La nostra tenda i el Machapuchare sempre imponent.



Vista del Modi Paek des del nostre camp alt.

21 October 2006

21.10 Camp Base Sud Annapurna

Acabem de tornar de la zona de l'Annapurna. Hem estat 12 dies voltant per unes valls fondissimes que desenvoquen en un circ de muntanyes d'entre 7000 i 8000 metres.
El nostre guia Dorjee Lama i jo, hem escalat el cim central de la Vall, un cim aparentment petit donada la presencia de tots aquests gegants, pero de 5.700 metres amb una aresta de neu per mirar-se-la dues vegades. La Laura, amb molesties a la cama es va quedar al camp d'alcada.
Tan aviat com puguem en penjarem alguna foto.
Per ara en pengem un parell del cami d'aproximacio.
Aquest pais es brutal !
Salut !

06 October 2006

5.10 KATHMANDU

Ja ens trobem a Kathmandu.
L'endema del darrer missatge vam sortir de Nyalam cap a la frontera Nepalesa. La carretera passa per una gorja ben tancada per la qual tan sols en uns 40 km, es passa d'un entorn semi desertic, alt i muntanyos a submergir-se en una foresta espessa de coniferes i camps cultivats i mes endavant plataners i arrossars. El canvi es nota tant en la roba que comenca a enganxar-se a la pell com en la fi de la sequedat de boca i fosses nassals.
El xofer preten deixar-nos a 1,5 Km del pas fronterer, pero discutim de nou i ens fem portar fins a 50 mts. La frontera es un nou espectacle d'arrogancia xinesa, de pinta de fill de puta amargat que fa cara de no sucar des de fa 2 anys o d'expressio corporal i facial del que te una hemorroide del tamany d'una pruna, no caga pel dolor i de tant anar restret se li han quedat els ulls d'aquella manera !
(jo no som a la Xina i puc desfogar-me sense por que m'arrestin, que no seria el primer que detenen i expulsen per escriure realitats d'opressio' i injusticies per la xarxa).
La Xina i el Tibet ens han agradat per la grandesa dels paissatges. Sobretot el Tibet que hem viscut just fora la frontera de la Regio Autonoma del Tibet (governada per xinesos o tibetans-botiflers), aquelles parts habitades per tibetans, fora del Tibet politic, on l'opressio' xinesa i la sistematica destruccio' de la identitat tibetana no es tant sistematica.
Pel que fa a la poca Xina profunda que hem vist, simplement no ens ha agradat. N'hem tingut prou amb la seva mala llet, la poca voluntat d'acceptar la diferencia, el sentiment de racisme que hem rebut i la seva preferencia a que desapareguis del seu davant abans que donar-te un cop de ma'.
I pel que fa al Tibet... pobre Tibet: convertit en un parc tematic per turistes xinesos, amb un tren que en desembarca mes de 1.000 cada dia, carreteres controlades per policies esquifits i amb mala cara als que l'alcada fa perdre kg cada dia, zones prohibides a l'acces i totes les trabes conegudes i per inventar per tal que ningu surti dels circuits marcats des d'alguna oficina de Beijing.
Tibet que s'apaga sota l'opressio' d'un monstre despiatat que cada dia trepitja amb mes forca amb la seva bota de punta de ferro. Tibetans que per sobreviure accepten les pitjors feines a les carreters mes remotes o als nous edificis governamentals.
Nomes un exemple: el darrer tram de la nova via ferrea que arriba a Lhasa, va costar, en alguns trams, (trams per sobre de 5.000mts sobre el nivell del mar) 1 mort per cada metre de frrocarril. El 85% dels treballadors han estat tibetans i el sentit politic de la via es acabar amb l'aillament geografic del Tibet.
I hem arribat a Kathmandu. Aqui la gent riu, i ens sembla, per si sol, tot un patrimoni que alguns han perdut i altres no han tingut mai.

01 October 2006

1.10 Friendship Highway

Ben be que li estem buscant el sentit al nom.
De la carretera que uneix Lhasa amb Kathmandu li diuen Friendship Highway, per tant, alguna atmosfera de fraternitat o potser certa amigable relacio amb els locals hi hauriem de trobar...
Res de tot aixo: ens quedem amb l'espectacularitat dels paissatges que estem veient emmarcats per uns cels intensament blaus i nets que hem tingut la sort de tenir per companys de viatge.
El dia 27 al mati vam deixar enrera Lhasa a bord d'un Toyota de fa 20 anys, amb 340.000km al xassis pero que va realment com una seda. El xofer, un tibeta d'uns 40 anys que lluny de fer el que els seus clients li demanen (una parella d'israelians i nosaltres 2) fa el que creu convenient i s'atura quan decideix (comportament habitual xines importat al Tibet).
Durant el periple hem visitat el llac Yamdrok, Gyantse i el seu bonic monestir i tambe Shigatse i el monestir de Tashilhunpo. Shigatse es la segona ciutat del Tibet, seu del Panchen Lama (segona autoritat al Tibet, seguit del Dalai Lama), una mena de botifler tibeta', que de tant llepar-li el cul al govern, es va anar fotent gros fins al punt que a les fotografies se'l pot confondre amb un garri d'engreix (el Montilla de casa nostra, per entendre'ns). Curiosament d'aquest si que en poden portar i penjar fotografies arreu (del Panchen, no del Montilla). Aiximateix, al monestir de Tashilhunpo, tots els monjos son pagats com a funcionaris de l'estat, i els temples son els mes ben cuidats del Tibet: questio d'amistats (com les del Montilla).
Despres d'aquesta experiencia politico-religiosa, vam seguir cap a Selkgar, de cami a la qual vam poder veure, de lluny, molt lluny, l'Everest (Qomolugma). Tot i la distancia, es presenta com una mole immensa de neu i roca que sobresurt arrogant per sobre de qualsevol altre cosa.
L'endema hi anem ben be a sota, al Camp Base de la vessant Nord. Tot i el fred i el vent, restem contemplant-lo mes de dues hores. El capvespre es un espectacle de colors ocres, rosats i blavosos projectats sobre els mes de 3.000 metres de la paret que tenim davant. Se'ns glacen els dits que sense guants sostenen les cameres fotografiques. A cada instant, algun tecnic de llums canvia l'orientacio, la intensitat i la tonalitat. La paret s'enfosqueix, s'apaga, pero per algun raco d'entre les muntanyes mes altes, refila un nou focus que omple altra vegada de color l'escenari. Tot es torna vermell... babagem una altra vegada. Se'ns glassa la baba, els dits (encara mes) i el peus tambe'.
El limit entre el color vermell i el fosc escala la paret. S'enfosqueix de nou, potser s'ha acabat i hem d'anar a dormir. I com si d'un concert es tractes, restant a l'espera d'un bis que sembla que no arriba, immediatament, un nou foc des de ponent que ens regala l'ultima canco (c trencada) del dia. Quin espectacle sobre una muntanya que tant he llegit i que veig per primera vegada.
Despres d'una nit fresca al camp base, al mati ens despedim del Qomolugma i marxem cap a Tingri. Des d'aqui contemplem un nou capvespre sobre el Cho Oyu, un altre gegant del Himalaya.
I avui hem visitat un altre camp base, el del Xixabangma, un altre dels grans. Les vistes, espectaculars... la Friendship Highway... que li canviin el nom! Ens hem trobat una mena de gos-oficial del camp que, a crits i de males maneres ens ha prohibit anar mes enlla del CB sota amenaca (c trencada) de multa. Quina mala ostia tenen amb els extrangers. Sovint ens repetim que no es mereixen tot el que tenen.
Dema cap a Nepal. Se'ns han passat les ganes de fer el trekking que teniem previst per la vessant Sud del Xixabangma. Anirem a veure quins aires es respiren pel sud de la serralada, on esperem trobar-li sentit al nom d'aquesta cerretera... segur que no va ser un xines a batejar-la.